martedì 29 luglio 2008

Trasporto pubblico locale, no alla tassa di scopo

Robin Hood fa scuola. Ai cittadini angustiati dal caro gasolio, l'azienda dei trasporti pubblici genovesi Amt non trova meglio che chiedere il pagamento di una tassa di scopo a sostegno del trasporto di massa. In questa maniera, la totalità dei contribuenti sarebbe chiamata a sussidiare il trasporto pubblico e quella porzione di cittadini che ne fa uso. Come se l'Italia non avesse già una pressione fiscale troppo alta. Tra l'altro, non solo non vi sono i presupposti generali per una nuova imposta - in periodi di crisi, insegnano gli economisti, occorrono provvedimenti di segno esattamente opposto - ma se il trasporto pubblico si trova davvero di fronte a un problema di sostenibilità finanziaria, prima di chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini sarebbe utile fare una attenta analisi dei propri bilanci. Infatti, vi è ampia evidenza (per esempio qui e qui) che l'efficienza del trasporto pubblico locale, in Italia, è bassissima sia rispetto ad altri settori industriali, sia rispetto allo stesso settore in altri paesi. In media, si stima che con mere misure di efficienza si potrebbero ridurre i costi del 30 per cento. Non credo proprio che Genova e provincia facciano eccezione. Quindi, anziché mendicare soldi pubblici, sarebbe meglio che il Tpl accettasse di tirare la cinghia.

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