martedì 2 dicembre 2008

- authority + concorrenza


L’inchieste sul porto di Genova vanno avanti. A breve saranno chiuse le indagini preliminari e si avranno le richieste di archiviazione o i rinvii a giudizio. Comunque vada a finire la vicenda processuale l’esigenza di una riforma dell’ordinamento portuale sarà confermata. Sia che gli indagati risultino colpevoli sia che (come speriamo) siano riconosciuti innocenti, le regole che disciplinano la gestione delle banchine e dei servizi portuali si saranno dimostrate inadeguate, in particolar modo per quanto riguarda le procedure di affidamento delle zone demaniali. I ripetuti contatti confidenziali fra banditore e concorrenti al bando, anche se giudicati penalmente irrilevanti, avranno evidenziato la vischiosità degli attuali criteri di affidamento e, quindi, il bisogno di una loro modifica.
Anche per questo in parlamento sono in discussione più progetti di riforma della legge n. 84/1994 e, sempre al riguardo, è allo studio anche un organico disegno di legge del governo cui il ministro dei trasporti Matteoli pare tenere particolarmente. In attesa di avere a disposizione la versione definitiva del testo, l’auspicio è di vedere portato avanti il processo di liberalizzazione del comparto iniziato quattordici anni fa con scarsi risultati soprattutto a causa dello strapotere attribuito all’autorità portuale.
Meno authority e più concorrenza farebbero bene al porto (che attrarrebbe più vettori e più investitori), e anche ai tribunali (che si potrebbero finalmente occupare di altro).

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