L'assessore al Commercio di Sestri Levante, Enrico Pozzo, ha proposto di creare una sorta di bonus presso i commercianti che, maturando nelle prime tre settimane del mese, renda più liquidi i clienti nell'ultima. Le reazioni dei commercianti sembrano prevalentemente positive, ma non mancano le voci contrarie. Non mi è chiaro cosa abbia in mente l'assessore: una sorta di "fidelity card" per ciascun commerciante? E finanziata come? Se si tratta di denaro pubblico, mi sembra una pessima idea. Se, cioè, il comune intende intervenire per coprire la differenza tra i prezzi scontati e quelli di mercato, mi sembra un meccanismo opaco, enormemente costoso dal punto di vista gestionale, e che alla fine è poco significativo in termini di aiuto concreto a chi ha bisogno. (Nota bene: identificare chi ha bisogno, dovrebbe essere il presupposto, tanto necessario quando complicato). Una variante, peggiorativa, di questo approccio è quello alla Tony Soprano: "Bel negozio. Non vorrei che vi succedesse qualcosa di brutto" (battuta rubata a Greg Mankiw).
Un'ulteriore variante è quella che sembra più probabile a leggere l'articolo del Secolo. Cioè, che il comune si faccia promotore di una sorta di carta fedeltà, individuale o collettiva, tra i commercianti. Se fosse una carta individuale, avrei delle grandi perplessità: lo scopo delle card è, ovviamente, fidelizzare la clientela, cosa di per sé lodevole. Ma, in questo caso, l'effetto potrebbe essere anche quello di "segmentare" il mercato, facendo venir meno la concorrenza tra i commercianti. Quindi, paradossalmente, l'esito potrebbe essere un cartello costruito dal comune, basato su una spartizione del mercato, dal quale in linea teorica ci si può attendere nel medio termine un aumento dei prezzi nelle prime tre settimane del mese (i commercianti fessi non ci sono: i commercianti fessi falliscono). Se, invece, si tratta di una card collettiva, allora non ne vedo il senso: perché mai i commercianti dovrebbero scontare la spesa nell'ultima settimana a chi, nelle prime tre, ha comprato altrove? La dinamica che si innesterebbe sarebbe questa: nelle prime tre settimane del mese, tutti comprano dove si riforniscono solitamente, cioè dove trovano il compromesso qualità/prezzo più conveniente per il loro palato e il loro portafoglio. Nella quarta, tutti andrebbero invece a comprare dove la qualità è migliore (e presumibilmente i prezzi sono più alti). Quindi, il risultato sarebbe che i negozi low cost vedrebbero ridursi la loro quota di mercato nella quarta settimana, mentre quelli migliori finirebbero, non essendo fessi per il teorema di cui sopra, a ridurre la qualità (cioè i costi).
Quindi, la card comunale può portare a tre conclusioni, o a una combinazione di esse: un aumento del prelievo fiscale (a parità di altre condizioni, e tra l'altro più per finanziare l'enforcement che per coprire il delta di spesa); un aumento dei prezzi nelle prime tre settimane del mese; un peggioramento della qualità nell'ultima settimana del mese. Siamo sicuri di ritenerlo desiderabile?
giovedì 23 ottobre 2008
I cittadini faranno le spese della spesa comunale
Etichette:
crisi finanziaria,
Liberismo,
sestri levante,
spesa,
spesa pubblica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento