venerdì 28 novembre 2008

Torna la disoccupazione nel Tigullio: anche gli errori?

Un'indagine della Cgil avverte che la disoccupazione nel Tigullio è in rapida crescita. Le pratiche istruite presso l'Inps nei primi dieci mesi del 2008 sarebbero aumentate del 23 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso; parallelamente, sarebbero cresciute del 22 per cento e del 31 per cento, rispettivamente, le iscrizioni al centro per l'impiego di Chiavari e le pratiche per la mobilità. Sono dati deprimenti ma non stupefacenti, visto che riflettono un trend nazionale dovuto all'impatto della crisi economica sul nostro paese. Secondo l'Ocse, infatti, la disoccupazione arriverà all'8 per cento nel 2010 (la stima per il 2008 è del 6,9 per cento). Si tratta di uno scenario decisamente negativo, sicuramente serio, ma non tragico. La memoria del passato recente ci aiuta a ricordare periodi in cui i disoccupati erano più numerosi e, soprattutto, la disoccupazione era più stabile. Quindi, in virtù del principio "primum non nocere", occorre chiedersi cosa abbia consentito una attenuazione molto significativa del problema, in modo da potenziare le politiche appropriate ed evitare scelte sbagliate. Sicuramente ha contribuito la crescita economica che, per quanto debole, ha comunque tratto giovamento dalla congiuntura positiva. Ma, altrettanto sicuramente, la relativa liberalizzazione del mercato del lavoro operata dai provvedimenti che portano i nomi di Tiziano Treu prima, Marco Biagi poi ha creato un incredibile volano che ha agito, contemporaneamente, a favore dell'impiego e contro il lavoro sommerso. Mi pare dunque fuoriluogo e pericoloso lamentarsi della diffusione della "precarietà" e addirittura parlare di "ecatombe del posto fisso". Il mercato del lavoro italiano ha sofferto e ancora soffre di eccessive rigidità, che spiegano la lentezza delle dinamiche occupazionali e le difficoltà, per chi perde il posto, a riqualificarsi e trovare un nuovo impiego. Due anni fa avevo intervistato, sul Foglio, Vito Tanzi, già capo del dipartimento finanza pubblica del Fondo monetario internazionale ed ex sottosegretario all'Economia nel 2001-3. E' dalle osservazioni di Tanzi che bisogna partire per porre le premesse per un rilancio il più rapido e il meno traumatico possibile. Tornare agli errori passati non aiuterà a costruire un futuro più prospero.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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