lunedì 27 ottobre 2008
Lies, damned lies, and statistics
Nella famosa famosa e tagliente descrizione di Benjamin Disraeli, le statistiche sarebbero il peggior tipo di bugie - dopo le bugie normali e le maledette bugie, appunto. Forse non è sempre vero, ma vi sono casi in cui lo è al di là di ogni ragionevole dubbio. Leggo che, secondo un'indagine della Asl 4, nel Tigullio secondo cui un bambino su quattro (tra gli studenti di terza elementare) sarebbe sovrappeso, o addirittura a rischio obesità. Sarà anche così, ma gli occhi mi danno un'immagine diversa; in tutta sincerità, andando in giro non vedo tutti questi ciccioni in miniatura, sulle strade. Dove sta l'errore? Negli occhi o nella statistica? La mia risposta istintiva è che, senza dubbio, sta negli occhi. Se l'indagine della Asl è stata svolta con metodo, e non c'è ragione di credere che non sia così, i loro numeri valgono più del mio sguardo distratto su un campione casuale. Però, potrebbe esserci anche un altro trucco. Che aiuta anche a comprendere l'inspiegabile (altrimento) epidemia di obiesità che, a cavallo del nuovo millennio, sembra essere esplosa in tutto il mondo. Come spiega bene questo articolo dal sito di Forces, nel 1998 venne cambiato l'indice di massa corporea, cioè il rapporto tra il peso espresso in chilogrammi e il quadrato dell'altezza espressa in metri. Ulteriori "aggiornamenti" sono stati introdotti negli anni successivi, con l'effetto di aumentare artificialmente il numero di quanti riteniamo "obesi". E' vero, insomma, che c'è stato un aumento: ma non è dovuto all'ingrassamento della popolazione, quanto al fatto che ciò che oggi riteniamo "obeso" non lo era solo pochi anni fa. Non sono del tutto d'accordo con Disraeli: le statistiche possono esprimere delle verità. Ma la verità bisogna dirla tutta, altrimenti una verità parziale diventa una mezza bugia.
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1 commento:
Già, più che damned statistics direi damned statisticians...
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