mercoledì 10 settembre 2008

It's the market, baby

Il presidente dell'Area marina protetta di Portofino, Augusto Sartori, lancia quella che Il Secolo XIX definisce una "proposta shock" e che a me pare invece di palmare ragionevolezza: poiché i flussi turistici si sono concentrati nei weekend, gli esercenti (in particolare ristoratori e albergatori) potrebbero alzare i prezzi nei fine settimana, o scontarli nei giorni feriali. La cosa non dovrebbe stupire: almeno per quel che riguarda gli hotel, la stessa camera ha prezzi diversi nei differenti momenti dell'anno, riflettendo la maggior domanda che c'è nell'alta stagione. Perché, allora, non intensificare le variazioni di prezzo? Assumendo che non vi siano ostacoli legali (you never know), si tratterebbe di una efficace strategia di pricing, che sarebbe ancora più efficace se non tutti la seguissero - se cioè si affermasse una competizione, tra i vari esercizi commerciali, non solo sul prezzo, ma addirittura sulla distribuzione dei prezzi. L'effetto immediato sarebbe quello di disincentivare il turismo "mordi e fuggi"; l'effetto secondario sarebbe quello di ripescare, nei giorni feriali, una quota dei turisti persi nel fine settimana (alcuni verrebbero persi del tutto, probabilmente). L'abilità degli esercenti starebbe nel bilanciare questi due flussi, in modo tale che la perdita di reddito nel weekend sia (più che) compensata dall'aumento di reddito in settimana. Mi sembra un'ottima idea, che dimostra come la fantasia dei mercati sappia aggirare i problemi peggiori.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io ho trovato molto buona questa pensata. L'unica cosa che mi premerebbe specificare è come identificare i residenti. Perchè per quel che ne penso io, tutto dovrebbe triplicare nel fine settimana e dimezzare negli altri giorni. Se vogliono, sono disponibile al tatuaggio come le mucche.... ;-)

Christian Passalacqua ha detto...

Da quando sono piccolo sento la litania da parte dei turisti sull'incremento di prezzi quando le ns località si popolano proprio dai turisti stessi.
Vorrei sottolineare che proprio le discriminazioni sui prezzi consentono ai più di godere di beni e servizi altrimenti non disponibili per le loro tsche i.e. volare a Londra in determitai giorni costa pochissimo a volte solo le tasse ma nessun turista si lamenta del fatto che i giorni successivi gli stessi biglietti costano di più.La stessa cosa accade a Milanon provate a prenotare la stessa camera d'albergo in 2 differenti periodi dell'anno ad esempio in un momento di bassa stagione e durante una fiera. Ultimo piccolo appunto ritengo che le ns zone siano care in generale e che come detto le discriminazioni di prezzo servirebbero a ben definire le categorie di fruitori di beni e servizi, ritengo inoltre che lasciando mano libera agli operatori a lungo andare i prezzi, potendo oscillare, si assesterebbero verso il basso con consegunete aumento del benessere per tutti.

Anonimo ha detto...

Anche al ristorante fanno diversi tipi di menù, con realtivi differenti prezzi: dal menù turistico, al menù per operai, al menù alla carta... cambia il prezzo in base all'orario della giornata.