venerdì 19 settembre 2008
Nessun pasto è gratis
Continua il braccio di ferro tra comune di Chiavari e provincia di Genova sull'uso del palazzetto dello sport, di cui ho scritto qualche giorno fa. L'assessore chiavarese, Valeria Leoni, risponde alla sua controparte genovese, Monica Puttini, sottolineando (questo è interessante) che "non vi è alcun corrispettivo mensile ma una tariffa d'uso oraria" di 15,55 euro più Iva, e che (questo è invece irrilevante) i termini del contratto sono stati definiti dalla giunta precedente, di centrosinistra come quella provinciale. Questo contribuisce a far chiarezza sulla questione, pur non spostandone i termini che a me paiono chiarissimi. A dire il vero, il diverbio nasconde ancora una volta l'annosa e irresolubile domanda di come sia possibile gestire razionalmente beni e servizi sottratti al mercato - è il caso della scuola ma anche del palazzetto dello sport, che non si capisce bene perché debba essere pubblico. Il mercato ha un fine - allocare le risorse in modo efficiente - e un mezzo - il sistema dei prezzi. I prezzi trasmettono informazioni sulla scarsità relativa di un bene o servizio, ossia sul rapporto tra domanda e offerta. Quando subentra il pubblico, questo meccanismo va a ramengo, e resta il chiacchiericcio.
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