Le province sono, in effetti, la "quintessenza dell’ente inutile". Costose, ingombranti e senza competenze che non possano essere esercitate più e meglio dagli enti locali a circoscrizione territoriale più o meno ampia: regioni e comuni. Eppure, a queste possono essere accostate per inutilità –ma, grazie al Cielo, non per dimensione di bilanci e impicci burocratici- altri innumerevoli enti, tra cui spiccano per vezzosa futilità le comunità montane.
Istituite nel 1971 “ per la valorizzazione delle zone montane”, sono già state abolite in diverse regioni a statuto speciale (Sicilia e Sardegna; il Friuli Venezia Giulia dopo averle soppresse le ha clamorosamente resuscitate), mentre nel resto del paese permangono in gran numero (oltre 300). Qui, nel Levante, ad esempio, non abbiamo una provincia nostra ma in compenso vantiamo ben tre comunità montane (Val Fontanabuona; Val D’Aveto, Graveglia, Sturla e Val Petronio) senza che l'entroterra ne tragga un qualche sensibile beneficio.
Il governo Prodi se ne è occupato nella finanziaria 2008 sull’onda de “La casta” di Stella e Rizzo e ha pensato che fosse sufficiente un loro riordino: meno comunità, meno consiglieri e meno indennità. Il quarto gabinetto Berlusconi invece non si è ancora espresso al riguardo e si limita a confidare nella cura dimagrante sancita l’anno scorso. Di abolizione tout court non se ne parla.
E intanto la pressione fiscale aumenta…
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