lunedì 4 agosto 2008

Semel in anno accidit sanire

Di solito a leggere le dichiarazioni dei politici (locali) trasecoliamo. Quasi sempre espressioni come: "No!”, “Non ci credo!”, “Siamo nel 2008!”, “Com’è possibile sostenere ancora simili baggianate?", affiorano a catena sulla nostra bocca quando, facendoci coraggio, sfogliamo i quotidiani.

Raramente, infatti, intenti a leggere i giornali rimaniamo positivamente meravigliati.

Stamattina, per esempio, l'intervista rilasciata al Secolo XIX dall'On. Mondello ci ha piacevolmente sorpreso. Non che l'ex sindaco democristiano di Lavagna si sia improvvisamente convertita al liberismo e si sia finalmente decisa a sostenere le ragioni del mercato. Fantascienza in epoca tremontiana: non esageriamo.

La deputato del pdl ha solo evidenziato come, finanziando le 19 comunità montane liguri, si siano trovati posti (e  stipendi) per qualche impiegato (magari residente in cittadine costiere) e non si sia affatto valorizzato il nostro entroterra bisognoso non di carrozzoni pubblici ma –in primis- di nuove infrastrutture. La parlamentare (tra l'altro originaria di Bedonia), mettendo più o meno esplicitamente in luce il vero e proprio contrasto esistente tra il mantenimento degli ennesimi enti inutili e il sostegno alla popolazione delle zone montane, si è limitata a dare voce al buon senso. Niente di più.

Dio solo sa quanto ciò sia lodevole in politica. In italia. Particolarmente nel Tigullio.

 

P.s. Preciso in anticipo che ho volutamente glissato sulla conclusione dell’intervista dalla quale è stato evidentemente estrapolato il titolo: le contraddittorie rassicurazioni sull’esistenza delle comunità montane liguri di “chi ha davvero bisogno” concesse in chiusura d’intervista spero rappresentino soltanto un trascurabile omaggio al costume centrista del colpo al cerchio e alla botte.

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