lunedì 25 agosto 2008

I pappagalli di Chiavari e la giustizia assurda

Divertente (e deprimente) articolo di Alessandro De Nicola, dal Sole 24 Ore di ieri.

Pappagalli e prigioni

di Alessandro De Nicola

Distratti sotto l'ombrellone o al riparo in qualche rifugio alpino, ai lettori potrà essere sfuggito un bizzarro caso di cronaca che mi accingo a riportare.
Orbene, nella ridente cittadina ligure di Chiavari è stata emanata una originale sentenza. Pare infatti che un anziano proprietario di una coppia di pappagalli, dovendosi ricoverare per un certo periodo, abbia affidato i due pennuti ad un vicino di casa. Facile comprendere la sorpresa e l'indignazione del povero vecchietto quando, tornato a casa, ha trovato un volatile morto stecchito e l'altro in stato di grave denutrizione.
Ne è seguita una denuncia penale contro il custode e il suo socio d'affari. La macchina della giustizia, inesorabile, si è messa in moto. Il pubblico ministero, non pago della perizia del consulente tecnico del tribunale, il quale aveva ipotizzato che il disgraziato uccello avesse un'infezione che ne ha decretato la fine, lo ha convocato in aula e smontatone la diagnosi ha chiesto la condanna degli'incauti vicini a 3 mesi di carcere. La signora giudice, evidentemente colpita dalle sorti del pappagallo, non paga, ha condannato i rei a 4 mesi e mezzo di gattabuia e, nonostante l'appello, almeno uno dei condannati sta scontando la pena dietro le sbarre dove ha iniziato, per ironia o disperazione non si sa, lo sciopero della fame.
Ammettiamo che il giudice abbia applicato correttamente la legge anche nel mettere già in galera l'assassino di cocoriti (pericolo di reiterazione del reato? Mah). Tuttavia è proprio la norma sostanziale ad essere assurda (la pena massima avrebbe potuto essere 18 mesi!) e non è l'unico esempio che si trova di sanzione penale detentiva per illeciti che potrebbero essere risolti mettendo mano al portafoglio. Infatti, fin dai lavori del Nobel Gary Becker, c'è la consapevolezza che in molti casi il penitenziario è economicamente inefficiente. Nel nostro caso, lo Stato dovrà mantenere per 18 settimane i custodi negligenti. I quali a loro volta sono stati tolti dal sistema economico per un periodo equivalente durante il quale verrà a mancare la loro produzione. Non parliamo dei costi di giustizia: se la causa fosse stata solo civile, non ci sarebbe stato bisogno dell'intervento del PM, con risparmio di tempo e denaro. Qual è il beneficio per la società? Deterrente? Andiamo, una bella multa e un congruo risarcimento sono sufficienti a scoraggiare l'incuria di pennuti. Si toglie di circolazione per un po' due delinquenti (il cosiddetto "incapacitation effect": il briccone finché è dentro, almeno non delinque)? Oh certo, ci immaginiamo il duo che a piede libero si mette a caccia di uccelli dalle piume colorate.
Insomma, visto che il ministro Alfano ha dichiarato che vuole risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, cominci a depenalizzare reati bagatellari e a costruirne veramente di istituti di pena: la capienza è la stessa da decenni. Peraltro, come altro spizzico di cronaca si registra la baruffa goldoniana tra il sindaco di Verona Tosi e quello di Venezia Cacciari. Il primo vuole le guardine comunali, il filosofo preferisce gli schei. Prigioni municipali forse sono irrealizzabili e dispendiose, ma visto che si parla spesso di grandi opere, perché non considerare seriamente penitenziari costruiti e gestiti da privati come accade, con risparmio di costi e miglior trattamento dei detenuti, in molte altre civili nazioni occidentali?

1 commento:

Anonimo ha detto...

I matti in libertà e i cocori-cidi in galera. Mi sembra coerente.