giovedì 28 agosto 2008

Un ticket per San Fruttuoso?

Troppi turisti a San Fruttuoso? Lo sostiene il direttore scientifico dell'area protetta, Giorgio Fanciulli, il quale sul Secolo XIX propone il numero chiuso. Il tema è molto interessante perché riguarda una delle questioni fondamentali relative alla gestione della proprietà pubblica. Il problema è semplice: se un'area pubblica ha accesso libero - cioè, il prezzo è zero - la domanda va all'infinito (essendo limitata solo dai costi di transazione: il costo dell'informazione, i tempi per raggiungerla, eccetera) e nel lungo termine si tende al sovrasfruttamento. L'esempio standard è quello proposto dal biologo Garrett Hardin nel suo celeberrimo articolo del 1968 sulla "tragedia dei beni collettivi" (qui una traduzione italiana): poiché i pascoli sono di tutti, ciascuno vi porta le proprie mucche. Non ha alcun incentivo a limitarle, perché sa che se lascia l'erba intatta, altri ne approfitteranno. Quindi, il pascolo finisce per deteriorarsi - come San Fruttuoso. La conseguenza è che occorre limitare l'accesso. Come si può farlo? Essenzialmente, in due modi (ne ho parlato qui più diffusamente): privatizzando (cioè demandando la selezione degli accessi al proprietario, che vorrà massimizzare il profitto attuale - non solo monetario - impedendo però di distruggere, esagerando oggi, il valore futuro), oppure regolando gli accessi. E' quello di cui si parla per San Fruttuoso.

Come si può regolare gli accessi, in assenza della definizione di diritti di proprietà? Esistono molte soluzioni, la maggior parte delle quali è, secondo me, inefficiente o indesiderabile. Il metodo più semplice è quello di vietare l'accesso, come a Cala dell'Oro, cioè mandare il prezzo all'infinito, oppure limitandolo fortemente (per esempio solo agli studiosi autorizzati), cioè mandare il prezzo molto in alto. Un altro metodo è il numero chiuso: cioè favorire coloro che attribuiscono un basso costo opportunità al loro tempo (assumendo ci siano molte persone che vogliono entrare, il numero chiuso significa che entra chi si prenota per primo, cioè che ci saranno delle lunghe liste d'attesa, cioè che sono favoriti coloro che hanno una vita poco impegnata e non hanno problemi a presentarsi in qualunque momento vengano convocati). Un altro metodo ancora è fissare un prezzo accessibile ai più, ma tale da disincentivare quelli che non hanno un particolare interesse nell'area. Un quarto metodo, quello che io favorirei, è un ibrido di questi due: assegnare un prezzo all'ingresso, che sia variabile con la domanda. Cioè, nelle giornata di domanda alta attribuire un prezzo molto alto (selezionando rispetto al reddito), e in quelle di domanda minore un prezzo molto basso (selezionando quindi in base alle disponibilità di tempo). I moderni mezzi informatici rendono molto semplice l'organizzazione di un "borsino" del genere.

E' ovvio che nessuna soluzione è pienamente soddisfacente, ma ammesso che il problema sia reale - probabilmente lo è - bisogna avere il coraggio di compiere scelte impopolari.

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