La crociata antiprostituzione del sindaco di Lavagna, Giuliano Vaccarezza, non si ferma di fronte a nulla. Sconfitta la libertà di parola, tocca ora alla libertà di movimento. Due secoli e mezzo di liberalismo, mezzo secolo di faticoso percorso comunitario, puf. Le puttane, zitte e ferme. Con una lettera al questore e al prefetto di Genova, il primo cittadino lavagnese si lamenta che le donnine "di colore" (l'avesse scritto un sindaco leghista, se lo sarebbero sbranato: ecché, se sono bianche le puttane allora vanno bene?) prendano il treno da Genova a Lavagna e ritorno. Quindi, chiede alla polizia ferroviaria "di effettuare controlli mirati a livello preventivo onde bloccarle prima che salgano sui treni, oppure - forse più agevolmente - direttamente sul treno, così da ostacolarne la discesa a Lavagna". Ora, non si capisce una cosa: perché dovrebbero essere bloccate e controllate? Perché sono di colore? Perché fanno le prostitute? L'unica possibile ragione potrebbe essere se sono clandestine - e alzo un sopracciglio vista la provenienza politica di Vaccarezza - ma, anche in questo caso, che succede poi?
PS Vaccarezza nella sua lettera protesta pure perché le belle di notte "sono in contatto fra loro tramite telefoni cellulari". Quando c'era Lui, caro Lei...
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